Dal caviale al provolone del Monaco, dal capocollo di Martina Franca ai pomodorini canditi, il tipico lievitato di Natale diventa una specialità gastronomica farcita di tipicità italiane
Uvetta, canditi,zucchero. Chi è stanco del solito impasto ora a un’alternativa. Anzi, molte di più. Perchè se prima erano un prodotto di nicchia, sperimentazione di qualche audace pasticceria, ora i panettoni salati stanno conquistando sempre più appassionati. Lievito madre e decine di ore di lavorazione fanno guadagnare a questi prodotti preziosi punti nella classifica delle eccellenze artigianali italiane e a completare l’opera gastronomica ci pensano i prodotti del territorio, ingredienti selezionati con cura e passione dai maestri pasticcieri e fornai che firmano queste opere del gusto. Dal tartufo al capocollo di Martina Franca, dal provolone del Monaco al caviale di storione, le farciture sono un esempio di creatività e equilibrio.
Attilio Servi Pasticceria
Chi lo ha detto che il panettone deve essere mangiato solo a Natale? Vale per il dolce, ormai diventato un must anche a Ferragosto, ma lo stesso si può dire anche per il salato. Ne è convinto Attilio Servi, maestro pasticciere che nel 2012 ha datto impulso e vitalità alla moda dei panettoni senza canditi, ma in stile gastronomico. Via uvetta e zucchero allora e spazio a sale e ingredienti di eccellenza italiani per dare vita a un panettone “destagionalizzato”, ideale per ogni momento dell’anno. Niente coloranti, niente additivi, naturale al 100%. Questo è, in poche parole, il panettone salato di questa pasticceria di Pomezia (ordini dal sito), disponibili in tre versioni sotto il nome di “focacce” (28 euro per 750 gr a pezzo). Oltre a quella cacio e pepe, c’è la morbidissima focaccia del Contadino con Parmigiano Reggiano di montagna 30 mesi. Infine il “Trionfo d’Italia“, con pomodorini di Puglia, origano di Pantelleria e pecorino romano.